Nel 2014, mia madre Anna era alla ricerca di un piccolo appartamento in centro con l’idea di affittarlo successivamente a studenti, visto i grandi numeri che conta l’Ateneo di Perugia.Iniziò così un lungo periodo fatto di telefonate, appuntamenti con agenti immobiliari e privati mentre casa nostra si riempiva di fogli sparsi con liste “visto vs. da vedere”, tabelle riassuntive con pro e contro, analisi costi/benefici, trend di settore e previsioni di mercato. Insomma, l’aveva presa molto alla leggera.
Un bel giorno, frase indispensabile di rito, decido energicamente di intervenire e di prendere in mano la situazione. Così, comodamente dalla poltrona di casa, inizio a curiosare per i siti di alcune agenzie immobiliari, escludendo a priori annunci senza galleria fotografica.
Alla fine trovo lui: un grazioso trilocale con laminato di finto parquet sul pavimento, pareti fresche di imbiancatura, due stanzette, bagno e cucina. Sembrava pronto per essere affittato. In più, posizione ottima: in centro, a un passo da casa nostra, vicinissimo alle facoltà di Agraria e Veterinaria.
Convinta di aver trovato finalmente ciò che faceva al caso nostro, lo comunico entusiasta a mia madre la quale, al contrario, mi risponde sconsolata dicendomi di averlo già visto tempo prima ma escluso perché fuori budget. Oramai, però, era entrata nel tunnel degli appuntamenti e delle visite e non riuscì a fare a meno di fissare l’ennesimo per tornare a vederlo, stavolta però, con al seguito me e mio padre (architetto, nel ruolo di commentatore tecnico da bordo campo per l’occasione).
Finalmente, arriviamo in Via S. Anna 27, l’agente vestito di tutto punto ci fa strada, entriamo, saliamo le scale e vediamo lui. Ora sarà facile capire il perché del nome di questa attività. Ce ne siamo innamorati letteralmente a prima vista, anche perché è la vista che fa da padrona appena arrivati in cima.
Intanto, mio padre mentre ispezionava la struttura con occhio chirurgico, aveva tipo visioni alla Raven di Disney Channel: vedeva zone giorno al posto di zone notte, pareti di cartongesso, cucine con penisola, controsoffitti e soprattutto una camera a soppalco in legno, che ora è lì ed è l’ambiente che più amo di questa casa, ma tutt’ora mi chiedo come abbia fatto a immaginarsela. Ammetto che magari sono io ad avere difficoltà nel leggere i progetti, per cui se ci fosse qualcuno più abile di me e interessato a ricreare una struttura a soppalco realizzata a ponte sulle scale interne, che si incastra con la cucina sottostante e crea una cabina armadio per la camera rialzando il piano del letto, lascio in allegato le istruzioni qui sotto.
Era fatta, dopo alcune contrattazioni, l’avevamo trovata. E se all’inizio pensavamo di affittarla in tempi brevi senza troppe pretese, con la notizia che il tetto era completamente da rifare, abbiamo dato totale carta bianca a mio padre per la ristrutturazione, ovviamente esclusa la scelta di: arredamenti, colori, tende, tappeti, cuscini, coperte, quadri, lampade, piante, accessori… tutto tranne la spedizione all’ikea insomma. Così per un’estate intera abbiamo avuto un appartamento versione cabrio e per circa un anno operai che andavano e venivano.
È stato sicuramente faticoso ma il risultato è quello che si vede nelle foto. Tant’è che alla fine abbiamo abbandonato l’idea di affittarlo stabilmente e abbiamo deciso di aprire l’attività di affittacamere “A Prima Vista”.
A luglio del 2015 il nostro telefono squillò per la prima volta per segnalarci la nostra prima prenotazione su Airbnb da una famiglia italo-canadese. Quando li abbiamo visti andare via felici e abbiamo letto le parole “ home away from home…a real piece of paradise!!” nella loro recensione, abbiamo capito di aver fatto la scelta giusta.